Siamo andati a trovare I Magredi a Domanins (Pordenone), nel cuore della Grave del Friuli, la quale rappresenta circa la metà della produzione friulana e offre una vasta gamma di tipologie provenienti da terreni anche assai diversi per composizione e clima. Si tratta di un territorio che si è formato dallo scioglimento dei ghiacciai e il conseguente trasporto dei detriti da parte dei fiumi Cellina e Meduna verso valle. In questo modo si è formato un substrato magro, ma sassoso, ricco di ciottoli e ghiaia, e per questo definito “Steppa Magredile”. Da qui prende proprio il nome la cantina.
Vigneto e produzione nella zona della Grave del Friuli
Michelangelo Tombacco, titolare de I Magredi, nel 1988 ha preso in mano l’azienda del padre, che coltivava prevalentemente alberi da frutto, e l’ha trasformata a tutti gli effetti in azienda vinicola che oggi conta circa 90 ettari. Le varietà coltivate sono prevalentemente a bacca bianca, tra le quali troviamo il Sauvignon Blanc, il Friulano, il Traminer e la Ribolla Gialla, ma una piccola percentuale è anche a bacca rossa, come il Merlot e l'autoctono Refosco dal Peduncolo Rosso.
Vengono utilizzate in vigna tecniche di coltivazione tradizionali, ma con uno sguardo volto alla sostenibilità, cercando il più possibile di lavorare con tecniche a basso impatto, riducendo al minimo la deriva dei prodotti.
In cantina si respira un’ambiente familiare, anche grazie al fatto che una buona parte del loro mercato fino ad ora è stato dedicato al vino sfuso. Tuttavia nel corso degli anni è stata portata avanti con grandi soddisfazioni anche tutta la parte dedicata alle etichette de I Magredi, la cui produzione oggi si attesta intorno alle 150.000 bottiglie. È proprio questo il futuro del brand, che si sta muovendo per farsi conoscere sia sul territorio nazionale che internazionale.
Enoturismo, una passione tutta “circolare”
Colpisce subito, quando si arriva alla cantina, il vigneto di Sauvignon Blanc: completamente circolare con al centro una bellissima pianta di gelso. Si tratta del simbolo emblematico per eccellenza de I Magredi, che rappresenta il legame tra natura, uomo e territorio. Un primo impatto davvero ammaliante per chi ha la fortuna di recarsi in cantina per degustare e acquistare i loro vini.
Il percorso di crescita verso cui sta andando la cantina include infatti anche un occhio di riguardo per l’enoturismo. Si tratta di un’attività che viene portata avanti con passione, dedizione e cura da tutto lo staff. Vengono realizzati periodicamente eventi, degustazioni e tour volti a promuovere da un lato la cultura enologica e gli stessi prodotti de I Magredi e dall’altro rappresenta un modo per far conoscere un territorio unico nel suo genere, ricco di storia e tradizione.
Quali vini de I Magredi degustare? I consigli dei nostri WSlovers
Insieme ai nostri WSlovers abbiamo degustato alcune delle etichette più rappresentative della cantina e non abbiamo più dubbi! In particolare ci sono piaciuti:
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Ribolla Gialla:
un primo approccio davvero molto delicato, si distingue a naso un bouquet floreale con note di zafferano. Vino molto elegante, equilibrato, fresco e di estrema bevibilità.
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Traminer:
ha stupito tutti quanti. Si sentono subito note di rosa appassita, fiori bianchi e agrumi. In bocca si presenta morbido e con buon corpo
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Refosco dal Peduncolo rosso:
una chicca autoctona davvero interessante che rivela un profumo intenso, con sfumature di mora selvatica. Caratterizzato da un sapore pieno, robusto e leggermente tannico.
Tre referenze diversissime, ma rappresentative del territorio della Grave del Friuli e anche della cantina stessa. Senza contare che c’è un rapporto qualità/prezzo davvero interessante!
Noi vi consigliamo di prendervi del tempo per andarli a trovare e conoscere Massimiliano ed Elena, ma, nel frattempo, potete trovare e assaggiare le loro etichette sul nostro portale.